“Lavoro è vita”: una veglia
“Lavoro è vita. Il dono dello Spirito a sostegno del lavoro”: è un intreccio singolare e provvidenziale quello che lega quest’anno la veglia diocesana per il mondo del lavoro all’invocazione speciale dello Spirito Santo che la liturgia della Chiesa pone, in pratica, nello stesso momento. L’appuntamento, infatti, si è svolto la sera di sabato 18 maggio, vigilia di Pentecoste, presso la chiesa parrocchiale di Gesù Lavoratore a Marghera, alla presenza del Patriarca mons. Francesco Moraglia. Ha offerto l’opportunità di chiedere con particolare forza il rinnovato dono dello Spirito Santo sulle persone e sulle realtà del lavoro, spesso così duramente provate – anche nel nostro territorio veneziano – dall’attuale crisi e sempre alla ricerca di speranze e buone prospettive per il futuro.
Possibilità di cambiamento
«Per ripartire con speranza, anche nel mondo del lavoro, dobbiamo cominciare a guardare il bicchiere mezzo pieno” – osserva mons. Fabio Longoni, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro – con la consapevolezza che, soprattutto in questo territorio veneziano, esistono possibilità di cambiamento e di trasformazioni positive. Il nostro è un territorio particolarissimo e le sue potenzialità sono molto più forti dei punti di debolezza. E c’è la buona volontà, mi pare, da parte delle nostre istituzioni politiche e delle organizzazioni economiche e sociali, di remare insieme perché, ormai, si è compreso che bisogna fare insieme e bisogna che vadano in porto finalmente dei nuovi progetti su queste aree».
Ecco, tra l’altro, l’importanza del percorso svolto in questi mesi dalla “rete” di soggetti economico-sociali del territorio veneziano coordinati dalla Pastorale sociale e del lavoro per creare strumenti concreti in grado di ricollocare e dare nuove prospettive lavorative a chi era sinora impegnata in realtà aziendali in crisi ma che possono, opportunamente, dare un fattivo contributivo alla ripartenza di quest’area e rimettere in circolo competenze e professionalità acquisite in questi anni.
Il segnale di Papa Francesco
«In questo periodo, poi, colpisce molto – aggiunge ancora mons. Longoni – la forza attrattiva e la speranza che sta suscitando, anche in chi si definisce non credente, Papa Francesco e il desiderio di vederlo ed incontrarlo perché c’è bisogno di essere ascoltati e si ha la percezione chiara che quest’uomo è vicino, è con le persone, è un vero referente». Anche dal Veneziano un nutrito gruppo di lavoratori di aziende in crisi, capitanati da quelli della Ditec di Quarto d’Altino, si sta mobilitando e sta programmando di partecipare – all’inizio di giugno – all’udienza settimanale del mercoledì e, chissà, riuscire ad avvicinare Papa Francesco e ricevere il suo saluto ed incoraggiamento. Ad accompagnare i lavoratori a Roma, dal Santo Padre, potrebbero andare anche alcuni rappresentanti delle istituzioni locali e delle organizzazioni economiche e sociali.
Testimonianza, ascolto, preghiera
“Lavoro è vita. Il dono dello Spirito a sostegno del lavoro” è, appunto, il motto che accompagnerà la veglia diocesana di quest’anno e che avrà anche un momento di preghiera e di ricordo per le vittime sul lavoro (nella chiesa di Gesù Lavoratore c’è proprio un altare tutto dedicato a loro). Sono previste alcune testimonianze: racconti che partiranno, certo, da situazioni di fatica e difficoltà ma che metteranno in rilievo anche e soprattutto i segni di speranza e di costruzione di una nuova città “per l’uomo/ a misura d’uomo” già oggi presenti. E poi ci sarà un momento di ascolto della Parola con la riflessione del Patriarca e, infine, l’espressione di alcune intenzioni di preghiera legate al mondo del lavoro.
Fedeli, comunità parrocchiali, realtà associative e movimenti ecclesiali sono particolarmente invitati a partecipare per dare ancora maggiore forza all’invocazione che il mondo del lavoro eleverà allo Spirito Santo per ricevere in abbondanza i suoi doni, quantomai preziosi e necessari.
Alessandro Polet